Viviamo in un’epoca dove la tecnologia ci ha portato ad essere estremamente capaci di agire in una rete, ma anche ad essere estremamente soli. Abbiamo accresciuto quella che, comunemente, viene chiamata la “coscienza di separazione” e cioè l’individualismo.
Molte delle strutture sociali e culturali vengono meno: dalla scuola, alla famiglia, ai partiti, alla politica, alle ideologie; è sempre più il singolo che deve cercare la propria felicità. Questa coscienza di separazione ha prodotto moltissimo proprio dal punto di vista di maneggiare tutto ciò che è materia.
Ma viene un tempo, adesso, dove è la scienza stessa che ci riporta all’idea, che esiste qualcosa, che lavora nella natura e che è cosciente; come se le leggi dell’universo rispondessero ad un principio che è uguale tanto in ciò che è più piccolo quanto in ciò che è più grande, e che si riproduce e si ripete esattamente nello stesso modo.
Quando noi amiamo in questo modo, noi diventiamo “Uno” con tutto il resto; il senso di solitudine che ci accompagna si modifica, poiché non siamo più soltanto un elemento da solo, ma siamo, effettivamente, una parte del “Tutto” che si ricorda di esserlo e smette di essere separata.
Quando noi amiamo qualcuno o quando amiamo qualcosa cosa ci succede? Succede che vogliamo stare con quella persona, vogliamo conoscerla il più possibile, vogliamo diventare quella persona. Allora, pensiamo se noi potessimo fare questo, ogni volta, con ogni elemento dell’universo che ci circonda: con una foglia, con un raggio di sole, con la pioggia o, anche, con le cose che non ci piacciono… insomma, diventare “Uno” con il tutto.
Questo non è soltanto un pensiero di tipo filosofico, oggi la fisica ci dice qualcosa di più in merito: oggi essa ci dice che noi non siamo soltanto un osservatore di una realtà che esiste già, ma noi siamo anche l’osservatore che crea la realtà. Quindi noi siamo, contemporaneamente, coloro che osservano, coloro che sono osservati e coloro che creano ciò che stanno osservando.
Basti pensare che il famoso medico biologo Robert Lanza, che si occupa delle cellule staminali, si è accorto che quando lasciava le cellule in un vetrino e le lasciava replicare in una maniera del tutto spontanea, esse si organizzavano creando un rudimentale strumento di visione assai simile ad un occhio; come se l’intera natura e l’intero universo, fossero impegnati in un infinito movimento di auto riconoscimento.
Quindi, la scienza dice che, l’intera natura, l’intero universo è costantemente impegnato in un infinito movimento di auto riconoscimento e questo essa lo chiama “coscienza”; e tra l’amore e la coscienza c’è un legame molto potente, perché quando la coscienza si auto riconosce non può fare altro che amare e quando ama non può fare altro che riconoscere la sua essenza.
E allora, sono proprio i fisici che ci dicono:” Ma questi fotoni (questi quanti), questi pacchetti di energia, che sembrano essere alla base di tutto, hanno un’anima? Cos’è che traduce il nostro pensiero in materia? Cos’è che fa sì che effettivamente noi creiamo il nostro scenario?” Riflettiamo per un attimo: noi “osservatori” pensiamo ad una cosa e quella cosa accade, oppure temiamo una cosa e quella cosa effettivamente succede.
Ebbene, probabilmente, tutto ciò che viviamo, è un movimento energetico di cui non siamo consapevoli da un punto di vista materiale, ma che fa sì che effettivamente, di momento in momento, tutto ciò che per noi è concreto sia, in realtà, un rallentamento di onde; le stesse onde che proviamo quando ascoltiamo della musica, quando chiudiamo gli occhi e ci connettiamo ad un ricordo, le stesse onde che proviamo quando abbracciamo qualcuno.
Insomma, la fisica ci dice che effettivamente, l’amore lo possiamo intendere, da un punto di vista scientifico (se così si può dire), come una sovrapposizione di stati quantici. Adesso, di sicuro, molti si staranno chiedendo: Ma cosa vuol dire ciò? Sembra difficile ma non lo è affatto.
Ognuno di noi ha uno stato energetico ed il nostro stato energetico può incontrare lo stato energetico di un’altra persona e in base a come sono, questi possono sovrapporsi ed avere un’interferenza costruttiva e quindi accrescersi, oppure se sono in opposizione si possono anche elidere.
Perciò, quando noi amiamo, noi incontriamo un’altra onda che si sovrappone alla nostra in un’interferenza costruttiva e si accresce, ed è per questo che l’amore è potente ed è per questo che l’amore unifica.
Recenti ricerche, fatte negli Stati Uniti, mostrano che quando due persone si amano, i campi elettromagnetici dei loro cuori viaggiano all’unisono letteralmente e questo i poeti lo sanno già da tempo, ma adesso anche la scienza lo dimostra.
Quando due persone si amano, il campo elettromagnetico delle due persone va in fase e si somma e quindi quelle due persone incominciano ad irradiare qualcosa che coinvolge loro due, ma anche il mondo esterno. Forse, sapere questo, ci aiuterà a riconnetterci di più all’amore, perché anche la mente razionale ha bisogno dei suoi nutrimenti e delle sue prove.
“Quando la mano di un uomo tocca la mano di una donna, entrambi toccano il cuore dell’eternità”. (Khalil Gibran)